Abbiamo vissuto l’epoca d’oro del sapere specialistico. Dei cosiddetti silos. Degli esperti verticali. Oggi il mondo sta cambiando ma non tutti se ne sono accorti.

Alessandro #Baricco, su Il Post, la definisce intelligenza novecentesca: è il retaggio del passato con cui pretendiamo di risolvere i problemi del presente, senza renderci conto che si tratta di ricette anacronistiche. Uno di questi retaggi è proprio il sapere specialistico.

“[…] qualsiasi porzione del reale fa parte di un sistema più complesso e […] l’unico sapere utile è quello capace di muoversi nell’intero sistema, non solo in alcune sue parti.”

Prendiamo la sostenibilità, per esempio, di cui si fa un gran parlare. La sostenibilità è la competenza trasversale per eccellenza ma proprio perché trasversale si fa una gran fatica a trovare qualcuno che la insegni. Eppure la sostenibilità sta diventando e diventerà un passaggio formativo fondamentale per i giovani. Per i talenti. La sostenibilità si integra alla professionalità specialistica e la completa. Tutti dovrebbero essere formati sulla sostenibilità. Altrimenti le imprese, specie le PMI, si ritroveranno impreparate.

La sfide che il futuro ci pone sono inedite: sapremo accettare l’idea che per affrontarle e vincerle servono strade inedite?



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