Che cosa accadrà quando il Governo sbloccherà i licenziamenti? È venuto il tempo di chiederselo, perché l’argomento sta diventando di attualità. Quali sono le prospettive economiche? E quali, invece, quelle umane?

Le riflessioni sono molte, sul tema, ma portano tutte alla medesima conclusione: c’è uno tsunami sociale alle porte e a essere travolto sarà il mercato del lavoro, che rischia di uscirne qualitativamente a pezzi.

L’aumento dell’offerta si rifletterà sul potere contrattuale: il pericolo di una spirale al ribasso è più che un’ipotesi. In tanti, pur di lavorare, saranno pronti a scendere a qualsiasi compromesso, in termini di salario e di diritti. Il sistema si assesterà su equilibri deteriori, innescando un circolo vizioso che svilirà la competenza e impoverirà la professionalità.

Sono in gioco vite. Famiglie. Ma sono anche in gioco i fondamenti della società e la dignità stessa del lavoro su cui la Repubblica si fonda.

Impedire alle imprese di licenziare nel lungo periodo non è pensabile. Occorre però prevedere un rientro alla normalità graduale, sostenibile, che tenga conto dei valori del lavoro e sostenga giovani e meno giovani in un momento di difficoltà che rischia di frantumare il già fragile tessuto sociale italiano.



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