E se, a dispetto del pregiudizio che la vuole indifferente alle tematiche ambientali, il Paese che trainerà la svolta green dell’industria mondiale fosse la Cina?

Ne parla Luca Testoni su ETicaNews.

Entro il 2026, il reporting della sostenibilità (o dnf, dichiarazione non finanziaria) diventerà obbligatoria per tutte le società europee quotate. Dove non arriveranno le leggi, poi, probabilmente arriverà il mercato: le imprese si certificheranno perché il mercato pretenderà trasparenza.

In questo senso, da molte parti si inizia a dire che sarà la Cina la vera protagonista della rivoluzione ambientale. Secondo gli analisti infatti c’è da attendersi un balzo del dragone sul fronte esg.

Un esercito di competitor Esg made in PRC – e quindi per definizione molto agguerriti – sta affacciandosi sul mercato globale: nelle aziende cinesi la consapevolezza riguardo al cambiamento climatico è cresciuta per effetto della pressione degli investitori e per il ricambio generazionale e culturale in atto.

L’apparenza, dunque, a volte inganna e l’Europa deve tenere alta la guardia. E l’Italia? Ancora una volta sembra in ritardo: la Dnf ha costi che il Governo, pur avendo la grande opportunità del pnrr, non sembra per ora voler aiutare le imprese a sostenere.

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