Apple investirà negli Stati Uniti oltre 350 miliardi di euro (!). L’Italia dal Recovery Fund otterrà molto meno. Ma possiamo definire Apple un’azienda sostenibile?

Non è una questione secondaria. L'”investimento generazionale” di cui parla Tim Cook ha moltissimi risvolti legati all’innovazione e alla sostenibilità: si parla infatti di infrastrutture, tecnologie, ricerca e capitale umano. Il core business di Apple, tuttavia, è quanto di meno sostenibile si possa immaginare.

Apple ha fatto della rapida obsolescenza dei propri prodotti un punto di forza. Prodotti che si rinnovano di continuo per spingere con grande spregiudicatezza il consumatore a sostituirli anche se non necessario. Prodotti come status symbol che, oltretutto, utilizzano commodity (per esempio i caricabatterie) che funzionano soltanto all’interno dell’ecosistema Apple.

Una vera svolta green di un colosso simile passa probabilmente anche attraverso un’educazione al consumo delle persone. Solo noi, con le nostre abitudini, possiamo spingere Apple a occuparsi del volume enorme di rifiuti tecnologici che l’azienda genera coscientemente.

Bene gli investimenti, dunque. Ma la rivoluzione ambientale ha bisogno che anche il profitto, e chi quel profitto lo genera, diventino sostenibili.

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