Se c’è un tema in grado oggi di mettere in relazione virtuosa sensibilità e valori dei giovani con le questioni aperte del nostro tempo è quello dell’ambiente. 🍀
Ne ha parlato di recente Alessandro Rosina su Il Sole 24 Ore ed è un tema particolarmente rilevante dopo la manifestazione del FridayForFuture di ieri.
Di fronte alla grande sfida dei cambiamenti climatici, le nuove generazioni sono sicuramente più sensibili. Quello che lamentano, semmai, è un ruolo ancora troppo marginale: è quanto emerge da una ricerca promossa da Istituto G. Toniolo di Studi Superiori a partire dai dati di una precedente indagine condotta da Ipsos.
La ricerca conferma la crescita dell’importanza attribuita al contrasto dei cambiamenti climatici: due giovani su tre hanno ben introiettato l’idea che l’emergenza climatica richieda un cambio di paradigma.
Sensibilità, conoscenza e protagonismo positivo risultano ancor più forti nella Generazione Zeta (gli under 25) e tra chi ha maggior formazione e più solidi strumenti culturali. Questo significa che basso titolo di studio e difficoltà di inclusione nel mondo del lavoro frenano non solo il contributo alla crescita presente del Paese ma indeboliscono anche il ruolo dei giovani come parte attiva.
Più in generale la ricerca mostra come la Generazione Zeta non rinunci a un impegno positivo verso il futuro. La sostenibilità risulta inglobata profondamente nella visione della realtà e nei processi decisionali dei giovani: lo si riscontra su vari aspetti, sia come atteggiamento che come comportamenti di consumo. Per esempio, una grande maggioranza degli intervistati afferma di essere disposta a pagare di più i prodotti green.
Infine, relativamente al lavoro, il desiderio è quello di trovare valorizzazione personale, anche economica, con preferenza però per aziende che mostrino un impegno positivo verso l’ambiente. In generale, nelle scelte, il fattore economico rimane rilevante ma è sempre più considerato in combinazione con altri fattori.
Ciò che serve sia al pianeta che allo sviluppo avanzato del nostro Paese passa allora, secondo Rosina, attraverso il rafforzamento dei giovani su quattro “c”:
📌 Il coinvolgimento nei processi di cambiamento.
📌 Il miglioramento delle conoscenze sulle trasformazioni in corso.
📌 Lo sviluppo di competenze per intervenire in modo qualificato.
📌 La possibilità di contare esercitando la propria responsabilità nelle scelte individuali e collettive.
Non c’è dubbio che le aziende e le organizzazioni che sapranno attrarre e valorizzare giovani di questo tipo saranno quelle in grado nei prossimi anni di cogliere le migliori opportunità di crescita competitiva attraverso l’innovazione tecnologica e la transizione verde.
Se c’è un tema in grado oggi di mettere in relazione virtuosa sensibilità e valori dei giovani con le questioni aperte del nostro tempo è quello dell’ambiente. 🍀
Ne ha parlato di recente Alessandro Rosina su Il Sole 24 Ore ed è un tema particolarmente rilevante dopo la manifestazione del FridayForFuture di ieri.
Di fronte alla grande sfida dei cambiamenti climatici, le nuove generazioni sono sicuramente più sensibili. Quello che lamentano, semmai, è un ruolo ancora troppo marginale: è quanto emerge da una ricerca promossa da Istituto G. Toniolo di Studi Superiori a partire dai dati di una precedente indagine condotta da Ipsos.
La ricerca conferma la crescita dell’importanza attribuita al contrasto dei cambiamenti climatici: due giovani su tre hanno ben introiettato l’idea che l’emergenza climatica richieda un cambio di paradigma.
Sensibilità, conoscenza e protagonismo positivo risultano ancor più forti nella Generazione Zeta (gli under 25) e tra chi ha maggior formazione e più solidi strumenti culturali. Questo significa che basso titolo di studio e difficoltà di inclusione nel mondo del lavoro frenano non solo il contributo alla crescita presente del Paese ma indeboliscono anche il ruolo dei giovani come parte attiva.
Più in generale la ricerca mostra come la Generazione Zeta non rinunci a un impegno positivo verso il futuro. La sostenibilità risulta inglobata profondamente nella visione della realtà e nei processi decisionali dei giovani: lo si riscontra su vari aspetti, sia come atteggiamento che come comportamenti di consumo. Per esempio, una grande maggioranza degli intervistati afferma di essere disposta a pagare di più i prodotti green.
Infine, relativamente al lavoro, il desiderio è quello di trovare valorizzazione personale, anche economica, con preferenza però per aziende che mostrino un impegno positivo verso l’ambiente. In generale, nelle scelte, il fattore economico rimane rilevante ma è sempre più considerato in combinazione con altri fattori.
Ciò che serve sia al pianeta che allo sviluppo avanzato del nostro Paese passa allora, secondo Rosina, attraverso il rafforzamento dei giovani su quattro “c”:
📌 Il coinvolgimento nei processi di cambiamento.
📌 Il miglioramento delle conoscenze sulle trasformazioni in corso.
📌 Lo sviluppo di competenze per intervenire in modo qualificato.
📌 La possibilità di contare esercitando la propria responsabilità nelle scelte individuali e collettive.
Non c’è dubbio che le aziende e le organizzazioni che sapranno attrarre e valorizzare giovani di questo tipo saranno quelle in grado nei prossimi anni di cogliere le migliori opportunità di crescita competitiva attraverso l’innovazione tecnologica e la transizione verde.