A causa della pandemia, i tempi per raggiungere la parità di genere si allungano di una generazione: se non cambieremo passo, ci vorranno 267 anni.
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Le conseguenze economiche della pandemia hanno ampliato le disparità fra i sessi: come riporta Monica D’Ascenzo su Il Sole 24 Ore, questo trend è rilevato tanto dall’International Monetary Fund quanto dal Global Gender Gap Report del World Economic Forum.
E l’Italia? L’Italia migliora, salendo dal 76mo al 63mo posto, ma se a livello politico i segnali sono incoraggianti la partecipazione economica ci vede ancora fra le maglie nere a livello europeo. C’è molto da fare.
L’allarme sul rischio diseguaglianze è in generale fondatissimo. Come abbiamo avuto modo di riportare anche noi in altre occasioni, i problemi del lavoro femminile sono noti: basso tasso di occupazione, alta percentuale di contratti part-time, elevata differenza salariale e mancata possibilità di carriera. Le donne, soprattutto, perdono il lavoro più degli uomini.
Il futuro del nostro sistema economico non può prescindere da una profonda riflessione sul tema: i gap di genere azzoppano il mercato del lavoro e le performance delle imprese. Combattere il divario fra i tassi di occupazione e il differenziale salariale è diventata una sfida cruciale
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