In un vecchio spot l’ottimismo era “il profumo della vita”. Oggi possiamo dire che l’ottimismo è “il profumo della ripresa”.
Ne parla Valerio De Molli, Amministratore Delegato di The European House-Ambrosetti, su Il Sole 24 Ore.
Il sentiment della business community italiana, misurato da un’apposita survey, è in evidente crescita e si attesta sui livelli pre-Covid. La ripresa industriale, e in particolare l’export, trainano la fiducia delle imprese.
Ci si può dunque rilassare? Il peggio è alle spalle? Naturalmente no. Troppi indicatori sono ancora allarmanti, a partire dal PIL, che non tornerà ai livelli del 2019 prima di altri tre anni. Serve lavorare, rimanere coi piedi per terra e dare piena attuazione ai progetti inseriti nel PNRR.
Serve soprattutto approfittare di questa fase di transizione per riflettere, secondo De Molli, sui tre grandi ostacoli che frenano la ripresa dell’economia italiana:
‼️ La produttività. È ferma da un ventennio e dove manca la produttività manca la #crescita.
‼️ Gli investimenti. In Italia scendono, negli altri Paesi (Germania e Francia in testa) crescono. Il gap, quindi, si allarga. Saprà il futuro confermare i recenti segnali incoraggianti che paiono ammorbidire questo trend?
‼️ I salari. Al pari della produttività, sono fermi. Di più, sono immobili. E se i salari sono immobili parimenti lo sono i consumi. Aumentano i nuclei familiari in condizioni di povertà assoluta e non solo fra chi non ha lavoro.
Esistono dunque prospettive che inducono all’ottimismo, come detto, ma anche tanti elementi che suggeriscono quanta strada ci sia da fare. Una strada che, dice ancora De Molli, dovrà essere sostenibile, equa e incisiva. Il PNRR sarà fondamentale. La mentalità delle imprese e degli uomini d’impresa anche.
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