L’anno trascorso ha segnato in modo irreversibile il mercato del lavoro e ha cambiato profondamente il modo di concepire il concetto di leadership.

Su Il Sole 24 Ore si evidenzia come il lavoro da remoto, in particolare, abbia avuto un ruolo determinante nella responsabilizzazione degli individui e nel processo di transizione verso una leadership diffusa. Un processo di cui, secondo l’AD di Cegos Italia Emanuele Castellani, non si può che prendere atto.

Le persone hanno dovuto reinventare la propria giornata lavorativa, acquisendo giocoforza un’autonomia a volte del tutto inedita e pianificando il proprio lavoro quotidiano sull’esclusiva base degli obiettivi da raggiungere. Questo ha implicato uno sforzo individuale che adesso va canalizzato e guidato dalle organizzazioni.

Molte aziende, fra cui L’Oréal, si sono già attrezzate: il Transformation Director Monica Selvaggio afferma infatti che “la società sta lavorando da diversi anni su una nuova vision di leadership che lascia spazio all’iniziativa del team, alla cooperazione e allo sviluppo personale”. Silvia Fontana, responsabile HR di Medici Senza Frontiere, si sofferma invece sul fatto che la gestione emergenziale deve strutturarsi attorno ai concetti di produttività ed efficienza.

Sono le soft skill la chiave del successo di un’operazione che purtroppo deve ancora fare i conti con la resistenza al cambiamento e con una visione ancora estremamente gerarchica della leadership: chi saprà costruire programmi efficaci di empowerment per i propri dipendenti, sganciandosi dalle dinamiche del “vecchio mondo”, avrà in mano le carte vincenti per vincere la partita del post pandemia.



TAGS

capitale umano, futuro, produttività, valori
Non categorizzato

Share