Per far ripartire l’economia, le imprese hanno bisogno di orizzonti di investimento più lunghi di quelli offerti dai tradizionali fondi di private equity: ecco che allora la sostenibilità passa dai “capitali pazienti”.

Di cosa si tratta? Ne parla Alessandro Plateroti su Il Sole 24 Ore.

I “permanent capital” stanno ridisegnando il rapporto tra finanza e impresa, offrendo partnership industriali con supporto tecnico e strategico per la crescita del valore nel lunghissimo periodo: fino a vent’anni. Un abisso, insomma, per i tempi della borsa: sul mercato dei capitali privati però è questo il tempo necessario per chi investe in un momento storico come questo.

L’alta finanza privata sta tornando a supportare lo sviluppo dell’economia reale. La sfida dei fondi privati di permanent capital è creare valore permanente nell’impresa partecipata, e il mondo del private capital sembra girare proprio in questa direzione.

E in Italia? C’è qualcuno in grado di sostenere questo processo? Molto difficile, a oggi: manca ancora una cultura degli investimenti coraggiosa che però va costruita e supportata. Il business plan tradizionale, basato su un’exit strategy di 3-5 anni, non è più adeguato alle sfide che ci attendono.



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